Lo stile personale
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Lo stile è l’impronta creativa che ognuno di noi dà a quello che fa, anche nel Tango, dove però è imprescindibile partire da una base di elementi comuni.
La struttura del Tango è infatti composta da molte sfaccettature: l’abbraccio, la comunicazione, i passi e le figure, senza trascurare la musicalità. Solo dopo aver appreso questi elementi di base, il ballerino potrà esprimersi dando una sua personale interpretazione al Tango, che diventerà il suo Tango.
Anche in questo ballo, come in tutte le forme di espressione artistica, quello che fa la differenza non è quello che facciamo, ma come lo facciamo. Agli inizi il ballerino principiante ha bisogno di un modello a cui ispirasi: può essere un maestro o un danzatore esperto. Solo dopo aver appreso le tecniche di base, egli potrà cercare di sviluppare la sua personale cifra stilistica.
Troviamo tanti modi di ballare il tango quanti sono i ballerini che lo interpretano, perché diverse sono le loro personalità, la loro sensibilità musicale e la loro creatività. Non ci sono modi migliori di altri ma sono le differenze che li caratterizzano. Non tutti però riescono da subito a dare una personale interpretazione a questo ballo, e così continuano a copiare lo stile del maestro o del ballerino di riferimento.
Inoltre i diversi modi di ballare il Tango devono adattarsi al luogo in cui si pratica. Il tango da esibizione, ad esempio, si esprime sul palcoscenico, dove i ballerini professionisti hanno tutto lo spazio a disposizione per sviluppare una coreografia prestabilita e studiata nei minimi dettagli. Il tango da sala o tango salon, invece, si balla in maniera” improvvisata” nelle milonghe, che hanno delle regole sociali dovute al fatto che lo spazio va condiviso con altre coppie. Per cui i ballerini sono costretti a gestire i loro movimenti con attenzione, tenendo conto anche dei movimenti delle altre coppie.