Manifesto del “Metodo Castro y Mendoza”
- In Blog
Una scuola di tango è solo uno spazio fisico dove si sviluppano le lezioni,
ben altra cosa sono i contenuti che vengono proposti, la filosofia trasmessa
dai maestri agli allievi.
Introduzione al Metodo Castro y Mendoza
In origine il Tango ballato ha avuto, come tutti i balli popolari, una forte componente imitativa. Per questo imparare a ballarlo è stato un processo istintivo, del tipo: osservare, memorizzare, ripetere.
Una forma di apprendimento in cui ognuno faceva quello che poteva, come poteva. Agli inizi, infatti, non esistevano maestri di ballo, ma soltanto dei ballerini che si distinguevano dagli altri per bravura. Questo li portava ad essere un modello da imitare.
Nelle prime due decadi del Novecento, mentre il Tango andava consolidandosi, i primi maestri hanno iniziato a codificarlo per standardizzare e facilitarne l’insegnamento. Questo ha comportato, da un lato, la sua lenta e inarrestabile trasformazione; dall’altro, la sua specifica caratterizzazione.
Il Metodo Castro y Mendoza è frutto di un percorso storico oltre che personale di Luis Castro e Claudia Mendoza, che li ha spinti ad approfondire la conoscenza di questo enorme patrimonio culturale.
Per comprendere il processo ed essere consapevoli di ciò che facciamo quando balliamo il Tango, abbiamo dovuto necessariamente fare un passaggio evolutivo. E cioè trasformare da inconscia a conscia l’esperienza corporea del ballo. Così, dopo più di trenta anni di ricerca documentata sull’origine ed evoluzione del Tango, siamo riusciti a identificare gli elementi che, strettamente collegati tra loro, ne costituiscono la struttura.
Essi sono:
L’Abbraccio, cioè il contenimento del corpo della donna da parte dell’uomo.
La Comunicazione che nasce nell’abbraccio, che non è orale ma corporea. Per cui la coppia impara a condividere un codice, che permette all’uomo di comunicare alla sua compagna le intenzioni di movimento.
La Coreografia, che è costituita da due elementi: passi e figure, composti in maniera improvvisata dall’uomo ed eventualmente abbelliti dalla donna.
La Musicalità, che è la capacita di ascoltare la musica, componendo movimenti coreografici sulla base ritmica e/o melodica della musica.
Mentre la struttura del Tango è rimasta inalterata nel tempo, gli elementi che la costituiscono hanno subito dei cambiamenti che hanno modificato il modo di ballarlo. Sono cambiamenti legati ai luoghi fisici dove si ballava, alle trasformazioni sociali e morali, alle regole imposte quando è stato inserito tra i balli da sala, all’influenza di altre culture, alla trasposizione da ballo-arte a ballo-sportivo di competizione, alle mode, all’evoluzione della tecnica, al ritmo della musica, al concetto estetico e all’interpretazione personale dei ballerini che nel tempo hanno dato luogo alle infinite sfumature di questo meraviglioso ballo.
Per questa ragione non c’è un unico modo di ballarlo, né una maniera migliore di un’altra: ci sono solo particolari caratteristiche distintive.
I diversi modi di ballare il Tango devono adattarsi al luogo in cui questo si pratica. Il tango da esibizione, ad esempio, si pratica sul palcoscenico, dove ballerini professionisti devono esaltare ogni singolo movimento per mostrarlo a tutto il pubblico, per esprimere quest’arte hanno tutto lo spazio del palco a disposizione sviluppando una coreografia prestabilita e studiata nei minimi dettagli. Il tango da sala o tango salon, invece, si balla in maniera “improvvisata” nelle milonghe, che hanno delle regole “comuni” dettate dal fatto che lo spazio va condiviso con altre coppie. Qui i ballerini sono costretti a gestire i loro movimenti in spazi piccoli con grande attenzione, tenendo conto anche dei movimenti delle altre coppie.
Il Metodo CASTRO y MENDOZA è fondamentalmente basato sullo sviluppo storico, tecnico e pratico della struttura del Tango. I Maestri hanno messo a disposizione degli allievi: un programma di studio, un metodo e un manuale di riferimento, intitolato:
“Tango Argentino, il ballo e la sua struttura”
Il libro contiene tutte le informazioni di base su questa disciplina.
Gli Autori sono Claudia Mendoza e Luis Castro.
La consulenza musicale è di Gianluca Pozzi
I Maestri hanno suddiviso l’insegnamento in tre livelli progressivi, ciascuno della durata di 30 ore annue e con un proprio programma:
Livello 1: Principianti
Livello 2: Intermedi
Livello 3: Avanzati
Nel corso dei tre anni gli allievi impareranno a ballare su tre filoni musicali: Tango, Milonga, Vals Criollo